Prostata

La prostata è una ghiandola maschile. E’ situata nella pelvi, anteriormente al retto al di sotto della vescica, e circonda circonferenzialmente l’uretra. Essa produce una parte del liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione responsabile della fluidificazione. Fisiologicamente, con il passare degli anni tende ad aumentare di volume sino a causare i disturbi del basso apparato urinario. Puo’ essere sede di patologie infiammatorie-infettive, funzionali o neoplastiche.

Immagini adattate da Atlante di Anatomia Umana. Netter.

  • INCISIONE PROSTATICA
  • RESEZIONE ENDOSCOPICA DI PROSTATA
  • ADENOMECTOMIA PROSTATICA RETROPUBICA SEC. MILLIN
  • PROSTATECTOMIA RADICALE

  INCISIONE PROSTATICA: (TUIP) è l’intervento endoscopico riservato al trattamento della malattia congenita del collo vescicale e dei disturbi del basso apparato urinario nei pazienti giovani meritevoli di trattamento disostruttivo con preservazione della funzione eiaculatoria. Tale intervento viene eseguito in anestesia loco-regionale (spinale) e prevede una incisione della prostata dal collo vescicale, in prossimità dell’ostio ureterale, sino al veru montanum, mediante l’introduzione in uretra di uno strumento (resettore) provvisto di apposita ansa diatermica ad “L”.

  RESEZIONE ENDOSCOPICA DI PROSTATA: (TURP) è l’intervento endoscopico maggiormente utilizzato nel trattamento della ipertrofia prostatica benigna in prostate con volumi inferiori ai 100 cc circa. L’intervento viene eseguito in anestesia loco-regionale (spinale) e prevede la resezione dell’adenoma prostatico, responsabile dell’ostruzione urinaria, mediante l’introduzione in uretra di uno strumento (resettore) provvisto di ansa diatermica . Negli ultimi anni l’innovazione tecnologica ha reso tale procedura più radicale e sicura, rimanendo a tutt’oggi il gold standar per il trattamento dell’ipertrofia prostatica.

  ADENOMECTOMIA PROSTATICA RETROPUBICA SEC. MILLIN: è l’intervento maggiormente utilizzato nel trattamento della ipertrofia prostatica benigna in prostate con volumi superiori ai 100 cc circa; nella realtà della pratica clinica quitidiana non esiste un limite assoluto di volume di adenoma prostatico per porre indicazione a tale trattamento poichè molto dipende dall’esperienza del singolo chirurgo. Ove indicato l’intervento viene eseguito in anestesia loco-regionale (spinale); inoltre per il controllo del dolore nel periodo intra, peri e post-operatorio si posiziona un cateterino peridurale che permette l’infusione continua di analgesici. L’accesso prevede una incisione trasversale sott’ombelicale e l’asportazione in toto del solo adenoma prostatico.

  PROSTATECTOMIA RADICALE: è l’intervento chirurgico di prima scelta nella diagnosi di neoplasia prostatica, che rappresenta la malattia tumorale più frequente nell’uomo, dopo i 50 anni.

Una volta posta diagnosi di carcinoma prostatico le opzioni terapeutiche a nostra disposizione sono molteplici: il regime di sorveglianza attiva, la terapia focale, la chirurgia, la radioterapia, la terapia ormonale, o l’associazione tra queste. Ad oggi il trattamento più frequentemente utilizzato è l’intervento di prostatectomia radicale che prevede l’asportazione completa della ghiandola prostatica, delle vescicole seminali ed eventualmente dei linfonodi loco-regionali. In presenza di malattia localizzata, nella maggior parte dei casi l’intervento risulta essere curativo; inoltre grazie alla tecnica “nerve-sparing”, che prevede il risparmio dei nervi deputati all’erezione, si assiste ad un più rapido recupero di continenza urinaria e di potenza erettile nei pazienti sottoposti a tale intervento. L’intervento viene eseguito in anestesia loco-regionale (spinale); inoltre per il controllo del dolore nel periodo intra, peri e post-operatorio si posiziona un cateterino peridurale che permette l’infusione continua di analgesici.